Introduzione
In psicoanalisi l'oggetto teorico “coppia” è una rappresentazione che si estende ai due membri del vincolo matrimoniale e si fonda sull'unità spazio-temporale della quotidianità.
La vita quotidiana implica la reiterazione sistematica di azioni vitali nella distribuzione del tempo (il ritmo). Si tratta della costanza e della permanenza delle tre interdipendenze presenti in una coppia: quelle sessuali, quelle affettive e quelle economiche.
Enrique Pichon-Rivière pensa che il vincolo di coppia si costituisca a partire dall'elaborazione del lutto dalle rispettive famiglie di origine. Sulla base di questo processo si struttura la scelta del partner: narcisistica, d'appoggio o edipica, come già Freud aveva segnalato.
Basandomi sul lavoro di Bleger ipotizzo che il vincolo di alleanza abbia come fondamento la possibilità di utilizzare reciprocamente l'altro partner come depositario di parti del proprio nucleo agglutinato (vincolo sincretico). Il nucleo agglutinato é formato da identificazioni primarie (sincretiche) agglomerate, con una situazione edipica primitiva in cui non si é prodotta la discriminazione né nella coppia combinata né tra gli oggetti edipici e l'io del soggetto. In ogni lutto patologico interviene un nucleo agglutinato che ne impedisce l'elaborazione.
Livello interpersonale e livello simbiotico
Nella coppia, contemporaneamente alla graduale strutturazioni delle relazioni oggettuali e interpersonali, esiste una dimensione sincretica attraverso un vincolo simbiotico con mancanza di discriminazione tra i partner dove si stabilisce un patto inconscio attraverso il quale ognuno dei partner mantiene sotto controllo e immobilizzato nell'altro aspetti del sé non discriminati. Se questa parte resta immobilizzata attraverso un buon clivaggio, si permette nella coppia la possibilità di funzionare a livello di vincolo discriminato, dove sono presenti investimenti reciproci, il riconoscimento delle differenze e la presenza di conflitti, mentre il livello simbiotico resta muto.
Se il clivaggio tra le due dimensioni si rompe o corre il rischio di perdersi, la dimensione sincretica invade il vincolo di alleanza, si produce nei membri della coppia un “restringimento” nell'interazione (confusione, perplessità, somatizzazioni, un incremento della dissociazione), cioè la gestione dei vincoli più immaturi all'interno del partner-depositario.
Uno dei tratti caratteristici della simbiosi é la coincidenza tra vincolo interno proiettato e il ruolo assunto dal depositario. Qualunque simbiosi é sempre di gruppo e coinvolge i due soggetti in interrelazione.
Il gruppo simbiotico presenta le caratteristiche del gruppo agglutinato: si muove in blocco in maniera massiccia e rigida, al suo interno i ruoli sono fissi, ma possono ruotare e alternarsi i depositari che li assumono.
Sappiamo che quasi tutti gli autori che si sono occupati di psicoanalisi della coppia (Dicks, Ruffiot, Eiguer, Puget, Kaës, Nicolò, Losso, Zavattini) hanno pensato a più livelli di funzionamenti del vincolo di alleanza. Nella nostra visione acquista importanza, oltre alla descrizione del funzionamento dei livelli, l'attenzione a questa zona di separazione tra i livelli che é il clivaggio.
Il clivaggio è sottoposto a cambiamenti e messo alla prova nei momenti di crisi (crisi vitali) ma ci segnala che esiste un certo tipo di patologia vincolare che dipende dall'immobilità e dal non cambiamento (stereotipia) e non dai processi di cambiamento.
Casi clinici
Presenterò due situazioni di coppia. Nella prima c'é un deficit di discriminazione io-altro, il clivaggio corre il rischio di rompersi e il vincolo simbiotico é in primo piano.
Nella seconda abbiamo un irrigidimento del clivaggio e gli elementi simbiotici emergono dopo un lavoro sui vincoli discriminati.
Barbara e Sergio, una coppia di quasi cinquantenni, da qualche anno sono due pazienti di un Ser.T, trattati individualmente per problemi di alcol e cocaina. Gli operatori dicono che i loro tentativi di curarli risultano vani. Le loro comunicazioni sono spesso sprezzanti e ciniche, ma suscitano negli operatori il bisogno di occuparsi di loro (forma e contenuto discordanti del transfert dipendente). Attirano l'attenzione perché ognuno dei due chiede che il Servizio si faccia carico del compagno che è in grave pericolo. Continuano a far uso di alcol e solo un arresto di Sergio tiene i due lontano dalle sostanze per un po' di tempo. Chi ha bisogno di aiuto é l'altro della coppia, ma nella richiesta di aiuto per l'altro, trovano loro stessi un rifugio per le proprie parti sofferenti.
I genitori di Barbara, seconda di tre figlie, si sono separati quando Barbara era ancora piccola. Lei e le sorelle sono state affidate alla madre, donna particolarmente depressa. Per questo motivo a undici anni va a vivere con le sorelle dal padre, che offre loro una vita agiata, ma nessuna attenzione, tutto preso dal suo lavoro di odontoiatra e dalle sue avventure. Si laurea con fatica in odontoiatria, ma esercita in maniera sporadica in un grande studio ereditato dal padre che da poco è morto in un incidente stradale. Vive da sola in un grande appartamento con un cane che soffre di epilessia (depositario della rabbia indiscriminata del proprio gruppo familiare). A 37 anni fa un incidente stradale dove rischia la vita. Resta incinta di un suo vecchio amico di liceo, ma abortisce senza consultarlo. Marco la amo, Barbara non sopporta di essere amato, spesso lo deride, ma lo usa frequentemente quando ha bisogno. Dice spesso di provare un senso di solitudine e abbandono (depressione schizoide). Si presenta una dissociazione tra la parte di sé che ritiene “forte”, che non sopporta di essere amata (identificazione alienante con la madre morta), ma che é da lei sentita come debole.
Sergio é un artista di poca fortuna, coetaneo di Barbara, mantenuto da una madre depressa che gestisce il patrimonio familiare. Il padre è morto di cancro dopo una vita dissoluta, sempre alla ricerca di alcol e prostitute. Con il figlio maschio (Sergio) é sempre stato svalutante e ambiguo. Nella sua vita ha subito una serie di fallimenti nel campo lavorativo, è spesso violento e manipolatore.
Esprime un sentimento di impotenza a trarre profitto dalle proprie doti o ad accrescere le proprie esperienze e, quando ciò avviene, prova un'insoddisfazione profonda rispetto ai risultati.
L'indicazione, come supervisore del Ser.T, é di seguirli come coppia. Emerge allora un fatto interessante nella supervisione: gli operatori si trovano nella necessità di “vederli” come coppia.
I due si incontrano per la prima volta di notte. Barbara se ne sta su di un ponte sotto un lampione. Si rivolgono la parola e si innamorano “subito e perdutamente”, come dice lei. L'alcol che i due hanno ingerito (stato di automa) favorisce l'accettazione passiva di diventare depositari delle proiezioni dell'altro
e si istalla la simbiosi. Quella stessa notte hanno un rapporto sessuale e inizia una relazione tormentata, caratterizzata da estrema gelosia e violenze fisiche che porteranno Barbara in Pronto Soccorso almeno una decina di volte per più traumi. Con un provvedimento restrittivo la polizia impone a Sergio di non avvicinarsi alla casa della compagna. Ma Barbara, sotto l'effetto dell'alcol, si reca lei più volte a casa di Sergio. Ogni volta l'incontro si risolve in un comportamento violento e in un rapporto sessuale di carattere compulsivo che ha la funzione di eliminare qualsiasi spazio tra di loro.
L'incrocio proiettivo mediante il quale si stabilisce la simbiosi é il patto che immediatamente si conclude tra i due. Si impongono reciprocamente il bisogno di un depositario dove mettere forzatamente i vincoli che sentono morti o pericolosi. Il depositario deve assumere le caratteristiche dei vincoli interni proiettati. Condividono una madre dell'infanzia depressa e distaccata (rinchiusi dentro “la madre morta” direbbe A. Green) e un padre imprevedibile e pericoloso. Barbara e Sergio fanno un giuramento di reciproco aiuto per poter sopportare un cadavere che hanno in comune. Ma è un patto che si stringe per continuare a vivere e per cercare la possibilità di sperimentare che succeda qualcosa. Il segreto della simbiosi sta nel cadavere vivente che deve essere conservato, controllato e immobilizzato da loro. La regolazione del vincolo simbiotico avviene attraverso una comunicazione regressiva, concreta, il rapporto sessuale, la persecuzione (gelosia), la violenza e l'induzione psicopatica.
Una perdita del controllo provoca o rischia di provocare la catastrofe. In ciascuno si sacrifica una parte di sé per continuare a vivere con quello che resta dentro all'altro (patto denegativo di Kaës). Se si vuole vivere si deve riparare e far vivere anche i vincoli morti, ma così facendo c'è il rischio che l'io soccomba con i vincoli buoni.
* * *
Si tratta di una coppia L, in trattamento da alcuni mesi. Sono sposati e hanno due figli di cinque e un anno. Consultano perché lei ha scoperto che suo marito la tradisce con un'altra donna. Lui non nega, ma si difende dicendo che sua moglie non gli dedica più tempo e interesse e si dà continuamente all'ultima figlia, che continua ad allattare, e che la occupa anche di notte perché la bambina fa fatica ad addormentarsi. Dopo le prime sedute Flavia decide di non allattare più la bambina che si tranquillizza e riprende a dormire di notte. Lui decide di troncare la nuova relazione. Penso che la relazione extraconiugale sia forse stato un tentativo di uscire dal loro vincolo simbiotico. Dopo alcune sedute riportano cioé la conflittualità all'interno della coppia.
Man mano che la terapia va avanti emerge il tipo di vincolo di coppia. Angelo ingegnere edile sembra molto preso e preoccupato per il suo lavoro che lo porta spesso a stare fuori di casa per alcuni giorni. Quando sono lontani sorgono sempre problemi perché non riescono a stabilire un minimo di comunicazione.
Lui sembra molto stressato (“sfigurato”, dice lei) dal lavoro e non ha alcun interesse per la moglie e i figli. Lei si aspetta sempre segnali di interesse da lui e soprattutto sente di essere troppo sola a gestire i problemi di tutti i giorni quando lui è lontano. Il disinteresse di Angelo spinge Flavia a trovare tracce dell'eventuale tradimento del marito che la fanno andare in grande angoscia.
Quando il marito torna, l'attacca violentemente squalificandola e ritenendola responsabile delle difficoltà della coppia. Lei finisce con assumersi la colpa e si arrende.
Compare ogni tanto un tema che sembra appassionare entrambi e che in seguito sarà da loro descritto come decisivo nella scelta di coppia: il tema dell'arrampicarsi e dello sciare insieme. E' un attività che li appassiona e che occupa spesso i fine settimana. Ma quest'amore é nato in famiglia: i loro rispettivi genitori sono stati amanti della montagna e i due figli hanno a un certo punto sostituito uno dei genitori. Il padre di Angelo ha subito qualche anno prima un incidente molto grave in montagna, la madre di Flavia deve ormai da anni abbandonare questo hobby per frequenti problemi fisici. Si tratta di una tematica a cui non mi é possibile accedere per molto tempo. Ogni volta spostano l'attenzione su altri aspetti e emergono sintomi fisici.
Il tema dell'arrampicarsi è un emergente che condensa i loro rispettivi rapporti familiari conflittuali non ancora discriminati, mantenuti separati dal loro vincolo oggettuale per mezzo di un clivaggio e di un controllo rigoroso. L'arrampicarsi condensa il conflitto della situazione edipica indiscriminata e la dipendenza dai genitori.
Si tratta di incominciare a frammentare e differenziare quello che fanno loro e quello che appartiene ai rispettivi genitori, quello che apparteneva a loro e chi erano per i rispettivi genitori. Si tratta di discriminare i diversi nuclei di identificazione primaria separando il sé dagli oggetti e distinguendo le diverse situazioni edipiche.
Questo quadro configura per loro una situazione di indifferenziazione delle funzioni di padre e madre che produce una carenza implicita nell'acquisizione della propria identità. La dipendenza simbiotica nei confronti dei rispettivi genitori é dovuta alla presenza di una relazione non discriminata che impedisce la separazione ed é tale dipendenza che tentano di stabilire nel transfert con me. Il livello simbiotico permette di mantenere controllata la loro invidia strettamente legata ai livelli più primitivi dell'Edipo, quelli della coppia fusionale.
"Arrivano in orario, un po' trafelati. Angelo inizia dicendo che dopo la seduta precedente non si era sentito bene, aveva sentito come se fosse immerso in una brodaglia, un miscuglio... un apéiron. Per qualche giorno era rimasto come perplesso... aveva sentito spesso i brividi e non era andato ad arrampicare.
Aveva sospettato di avere qualche malanno.
Mentre parla Flavia annuisce, ma si aggrappa in maniera curiosa alla poltroncina.
Segnalo che nella seduta precedente si era sentiti senza confini, senza limiti e che avevano sentito il bisogno di aggrapparsi a me.
Angelo ricorda allora un sogno della notte precedente che non ricordava più bene “....si trattava di una situazione annebbiata, grigia, forse brutto tempo, ero davanti a un ristorante... davanti a me passava un mucchio di gente che camminava velocemente... tutti con vestiti diversi, forse se li cambiavano”.
Flavia: “… ma tutte quelle cose che sono venute fuori la settimana scorsa. Mio padre che è un padre, ma che ha fatto con me sempre la madre...mia madre sempre fuori di casa a lavorare (sussulta)... L'odio e la pena per mio padre.
Angelo che mi dice che voglio fare io la moglie di mia madre per accontentarla...come le incollo queste cose!”
Da questo ritaglio di seduta emerge l'indiscriminazione delle funzioni di padre e madre che produce una carenza implicita nell'acquisizione dell'identità in entrambi.
C'é un collegamento tra la mancanza di limiti (“apéiron”) e la coppia fusa dei loro genitori. La dipendenza simbiotica nei confronti dei rispettivi genitori é dovuta alla presenza di una relazione non differenziata che impedisce la separazione ed é tale dipendenza che tentano di stabilire nel transfert con me. Il livello simbiotico permette di mantenere controllata la loro invidia strettamente legata ai livelli più primitivi dell'Edipo, quelli della coppia fusionale.
Alcuni problemi tecnici
Si potrebbe descrivere l'andamento della psicoanalisi di coppia in base all'alternarsi o al predominio nella seduta dei livelli di interazione o dei livelli simbiotici. In un primo periodo prevale l'analisi dei livelli di interazione, in un secondo, con la rottura del clivaggio vengono inclusi i livelli simbiotici. Benché i due livelli siano sempre presenti, quando predomina il livello di interazione la parte simbiotica viene tenuta separata e immobilizzata. Quando predominano i livelli simbiotici il nucleo sincretico può essere incluso nell'interpretazione e la profonda dissociazione superata.
Intendo occuparmi ora esclusivamente di alcuni problemi tecnici che pone il trattamento di un vincolo di coppia simbiotico. Le considerazioni che farò sono a partire della simbiosi di transfert.
In primo luogo di deve considerare il timing della coppia, la loro capacità di accettare e di elaborare la simbiosi, e contemporaneamente il coefficiente personale del controtransfert del terapeuta che ha anch'esso un suo timing.
La psicoanalisi della coppia include variabili differenti e può attivare conflitti inconsci dell'analista collegati con aspetti della propria vita quotidiana non sufficientemente elaborati nell'analisi personale. Dai suoi vincoli familiari e di coppia dipende anche la sua stabilità emotiva. E' importante che i terapeuti di coppia esplicitino le loro concezioni della coppia e della famiglia (coppia e famiglia come istituzione) perché questo è un campo vincolare molto complesso, che può essere fonte di destabilizzazione emotiva.
Dal fatto che l'analista riesca a mantenere la discriminazione tra sé come depositario e quello che viene proiettato dipende la possibilità dei due membri della coppia di apprenderla. Con Flavia e Angelo dovevo fare sempre uno sforzo per ricordare il materiale che mi avevano portato nelle sedute precedenti. Lo recuperavo sempre a fatica. Questo era dovuto allo sforzo che dovevo fare ogni volta per mantenere la mia funzione di analista e non assumere quello di depositario del loro nucleo agglutinato.
Il transfert simbiotico si caratterizza per: il particolare ruolo che essi forzano l'analista ad assumere la grande importanza dei fenomeni corporei la stereotipia e distorsione del senso di realtà.
Nei momenti in cui si analizza il transfert simbiotico, l'analisi non deve consistere nell'analisi della coppia ma di quello che essi fanno con il terapeuta in modo che quest'ultimo possa attenersi unicamente al ruolo di depositario senza fondersi con ciò che viene depositato e mantenere così la propria personalità e identità (analisi della controidentificazione proiettiva). I membri della coppia appaiono più sani se nella realtà esterna non devono avere a che fare con i depositari della propria parte psicotica. Nella simbiosi di coppia i membri della coppia instaurano con l'altro partner una relazione schizoide, ma con il terapeuta, se non stabiliscono con lui un vincolo simbiotico, possono utilizzare la parte più sana della personalità. La parte della personalità dotata di un maggiore senso di realtà non é quella proiettata sul partner, ma quella trattenuta all'interno del nucleo schizoide che si ridistribuisce nella seduta (setting) sul/i terapeuta/i. Con l'analista possono utilizzare la parte più sana della personalità, se non stabiliscono con lui un vincolo simbiotico. In questo modo la coppia appare più sana all'osservatore, meno stereotipata e con maggiore senso di realtà.
Per poter analizzare il vincolo simbiotico bisogna osservare come ognuno dei partner si comporta con l'altro, che cosa fa, più che seguire i contenuti della comunicazione.
L'interpretazione di gesti o di atteggiamenti corporei viene sentita come molto persecutoria perché si mobilizza il vincolo simbiotico della coppia.
Per ognuno dei partner appare un comportamento sconosciuto nel coniuge a contatto con un terapeuta che si mantiene discriminato. I membri della coppia possono vedere riflessa la propria azione a partire dalla prospettiva del terapeuta che è sempre ancorata al setting (hic et nunc con il compito terapeutico).
Per questo tipo di livello sono necessarie l'alternanza di interpretazioni che Bleger chiama clivate, attraverso le quali si permette la graduale reintroiezione di quello che reciprocamente hanno proiettato nell'altro partner, e non clivate che tendono a superare la separazione e l'annullamento di qualcosa di esterno che per la coppia non è collegabile al loro mondo interno. Questa necessità nasce dalla costante
attenzione che l'analista pone agli effetti dei propri interventi sulla coppia.
Qualunque interpretazione che si appoggia sul setting, legata cioè al contesto della situazione presente come nuovo punto di osservazione delle vicende della coppia, mobilizza parti dei vincoli indiscriminati e costituisce un'interpretazione clivata.
Con l'interpretazione clivata si cerca di introdurre il senso di realtà mostrando alla coppia che quello che hanno mantenuto separato da loro si compone di due parti delle quali una appartiene alla realtà esterna, mentre l'altra fa parte del loro mondo interno (discriminazione).
In una fase in cui Flavia e Angelo hanno cominciato a lavorare sul nucleo “arrampicarsi”, incominciando a discriminare alcuni aspetti collegati alla gelosia che appartenevano a loro come coppia, individualmente e alle rispettive coppie di genitori, le interpretazioni potevano essere del tipo: “Da una parte voi sentite di
provare gelosia per..., dall'altra la rifiutate e non vi potete permettere di sperimentare...”
L'analista resta fuori dall'interpretazione come soggetto discriminato.
Con l'interpretazione clivata si cerca di provocare una reintroiezione di parti scisse, che é possibile soltanto se si é fatto qualche progresso nella discriminazione.
Potremmo affermare che la reintroiezione riesce unicamente con vincoli interni che sono stati discriminati. Si deve ritenere riuscita quando é stabile, cioè quando non é seguita da immediata ri-proiezione.
Con l'interpretazione non clivata si cerca che la coppia riconosca l'esistenza di un qualcosa che é separato e nello stesso tempo intimamente legato a loro. Favorisce dapprima la ri-proiezione o il deposito e poi la re-introiezione.
Dopo aver saltato la seduta settimanale per un problema di lavoro di lui in Libia iniziano la seduta parlando in maniera distante e con molte pause delle difficoltà che hanno avuto a comunicare via skype.
Segnalo loro: “Voi mi state dicendo che aver saltato la seduta della settimana scorsa vi ha fatto sentire come abbandonati e che avete dovuto arrangiarvi da soli, e con una certa difficoltà, comunicando fra voi via skype”.
In queste situazioni le mie interpretazioni dovevano apparire come una conseguenza di quello che dicevano, mostrando loro in questo modo la relazione tra quello che dicevo io e quello che dicevano loro. Altrimenti avveniva che la mia interpretazione era presa come un rimprovero o come un'opinione di cui non capivano l'origine.
Flavia riprende dicendo che aveva avuto problemi con i genitori, “troppo ottusi” che volevano farsi carico dei bambini in una maniera che a lei non piaceva.
“Sono in un mondo tutto loro” commenta. Angelo, dopo aver consolato la moglie e scambiato alcune battute sull'argomento, associa che stando in Libia aveva ripensato al suo rapporto con il padre, che era cambiato quando lui era diventato un adolescente, avevano perso la complicità.
L'interpretazione non clivata permette di consolidare il deposito, ma svolge anche l'importante funzione di individuare un fuori e di collegare quello che sta dentro con quello che sta fuori della coppia.
Pubblicato in "ÁREA 3. CUADERNOS DE TEMAS GRUPALES E INSTITUCIONALES" (n. 18, invierno 2014)