Dal diario di Giulia madre affidataria: 18 settembre 2000
Accompagno Dario ad un incontro con una educatrice che lo porterà in visita alla madre. Dario è un po’ taciturno, sembra nervoso, mi pare anche stanco. Gli auguro una buona giornata e lo lascio con l’educatrice. A mezzogiorno mi viene incontro con un faccino teso, evita di guardarmi: è molto stanco. Indossa una giacca a vento blu e quando gli dico che è una bella giacca, con un filo di voce mi dice che gliela ha portata la mamma. Fa caldo ma non oso chiedergli di togliersi la giacca. Tornando verso casa Dario è proprio giù e quando gli chiedo se si sente triste sembra che abbia una gran voglia di piangere anche se si controlla. Lo abbraccio. La mamma gli ha dato anche un libro, Zanna Bianca, ed un caleidoscopio.
Arrivati a casa Dario scende a giocare in giardino con Francesca e Giorgio ed io approfitto per lavargli la giacca a vento che è molto sporca. Nelle tasche trovo un fazzoletto e delle briciole gialle che, dall’aspetto, mi sembrano pastiglie. Deduco anche dalle dimensioni dell’indumento che probabilmente la giacca è di sua madre e quando Dario rientra sembra contento che la giacca sia stesa assieme a tutta l’altra biancheria di casa. Verso le 14.00, vedendolo sempre più sbattuto, gli prendo la temperatura….Ha trentasette gradi e mezzo di febbre.
Il diario di Giulia fa emergere gli elementi principali dello strumento dell’affido familiare: «la temporalità, il diritto del bambino alla propria famiglia, i compiti della famiglia affidataria e le relazioni essenziali e fondamentali con la famiglia di origine» (Milano, 2003).