Nel 1977 venne pubblicato in Italia un libro di Ernesto De Martino, il grande antropologo che attraverso ricerche sul campo si era occupato di un fenomeno che aveva chiamato “crisi della presenza”.
La crisi della presenza è la crisi della presenza a sé ed è particolarmente importante in quel mondo, che De Martino chiama “Il mondo magico”. La presenza è la coscienza di essere nel mondo: l’esserci di Heidegger. De Martino intende il “mondo magico” come quel mondo in cui: “La propria presenza personale, l’esserci, l’anima, 'fugge' dalla sua sede, può essere rapita, 'rubata' , 'mangiata' e simili; è un uccello, una farfalla, un soffio; ovvero ancora deve essere 'trattenuta', 'fissata' ,'localizzata'. (Il mondo magico, capitolo secondo, pag. 97)
De Martino muore nel 1965, il suo rapporto con la psichiatria italiana è fondamentale.
Fra gli appunti di De Martino venne trovato il progetto di un libro, ancora allo stato di abbozzo.
Quelle note, curate e organizzate furono pubblicate con il titolo “La fine del mondo”; e con un sottotitolo: "Contributo all’analisi delle apocalissi culturali".