Queste note nascono dall'incontro tra il mio lavoro con pazienti psicotici e borderline secondo la Concezione Operativa di gruppo (Pichon-Rivière, Bleger, Bauleo) e il fecondo terreno del pensiero di Bion.
Condivido l'idea di Meltzer secondo il quale nell'opera di Bion non si trovano idee strutturate in modo tale da formare un'unità. Il lettore lo deve fare da solo, per cui ne deriva che le idee che ognuno si fa del pensiero di Bion sono differenti e probabilmente diverse dalle sue.
Freud e M. Klein non riconobbero mai la curiosità come movente autonomo, non riconobbero il valore della ricerca della verità come "nutrimento" indispensabile per la crescita della mente.
Bion, per primo, mise sullo stesso piano di amore e odio il desiderio di sapere nell'essere umano. Egli descrisse il legame tra la mente che dà contenimento e i suoi contenuti, distinguendo tre diverse forme di legame: "L", "H" e"K", che rappresentano rispettivamente un amore, un odio e un desiderio di conoscenza nei confronti di un contenuto. Sono tutti legami emozionali e tra essi K è della massima importanza per la crescita e lo sviluppo della mente e della personalità. Sulla base della considerazione di pensare l'identificazione proiettiva, non come una fantasia operante nella mente del soggetto (Klein), ma come un meccanismo messo in atto per comunicare le proprie esperienze emotive, la mente per Bion è qualcosa che si estende oltre i limiti del soggetto, si colloca in uno spazio di legami.