Il gruppo operativo, con la sua processualità ricorsiva precompito-compito-progetto, è una risorsa strategica per poter lavorare sulle connessioni individuo, gruppo e istituzione. Dal punto di vista della psico-socio-analisi (PSOA) esso rischia tuttavia di diventare uno strumento rigido se utilizzato all’interno di istituzioni in cui non si sia fatta preliminarmente una adeguata analisi della domanda. È importante infatti arrivare ad un livello di chiarezza della domanda di intervento istituzionale che consenta un utilizzo pieno ed efficace delle potenzialità del gruppo operativo. Nell’approccio PSOA l’istituzione è una soggettualità vivente esito della dinamica cognitiva ed emotiva del sistema dei gruppi che la compongono. Per la PSOA, nel transito dal precompito al compito, occorre infatti apprendere ad utilizzare progettualmente anche le emozioni istituzionali e culturali, quelle depositate sui contesti (Bleger). Il terapeuta, o più frequentemente il gruppo di terapeuti che intervengono nell’istituzione, devono avere consapevolezza delle ansie, delle difese e degli scontati che, non solo il gruppo, ma anche il soggetto “istituzione” sta mettendo in atto nel perseguimento del suo compito primario. Nella relazione verrà testimoniato come occorra accettare di stare il tempo necessario sulla fase del precompito (anche) rispetto agli apprendimenti istituzionali auspicati.
Verrà presentato il caso di un gruppo in difficoltà, parte di un sistema di gruppi, che accogliendo e trattando simultaneamente emozioni individuali, gruppali, istituzionali e culturali, ha attivato un processo di incremento della qualità della vita lavorativa e del servizio e, simultaneamente, ma con timing differenti, ha consentito anche all’istituzione di apprendere meglio, progettualmente, a lavorare sul compito.